wHELLcome – Preludio alla trilogia di Giuseppe Micciché

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Talmente contro da essere per

4 Agosto 2022, presso il monte Keli di S. Elisabetta, l’artista e prof. d’arte Giuseppe Miccichè, esporrà l’anteprima della sua nuova trilogia intitolata ‘’wHELLcome’’, neologismo traducibile come ‘’Benvenuti all’Inferno’’.

wHellcome distrugge immediatamente la soggettività sotto i colpi sprezzanti dell’ironia. Tre sculture fanno da cornice a tre prospettive antinomiche ma eterogenee: wHELLcome to amazzonia, wHELLcome to the sea e wHELLcome to Antartica.

Come emerge dalla critica del Prof. Francesco Rizzo, Presidente dell’associazione culturale Hosàytos:

wHellcome distrugge immediatamente la soggettività sotto i colpi sprezzanti dell’ironia. Tre sculture fanno da cornice a tre prospettive antinomiche ma eterogenee:

to amazzonia

to the sea

to antartica

La trilogia ha scopo di denuncia sociale e ambientale: denuncia l’uomo e il suo atteggiamento non curante nei confronti di un pianeta allo stremo. Tutte le opere presentano un dissidio uomo-natura, espresso perlopiù con exaptation filogenetiche ed ontogenetiche. La premessa estetica preponderante è dunque la tecnica umana come vuoto principio. L’uomo, infatti, ingrato custode dell’eterna Babele, torna in questa trilogia a condannare la sua superbia senza vergogna. La mano, simbolo di operazioni complesse e consapevoli, attraverso le quali si sono potute manifestare le prime capacità creative peculiari dell’uomo, tornano come ultime ed escatologiche, tementi e tremanti nel ritrattarne l’origine.

to amazzonia

Come ciglia a protezione di un occhio così la corteccia fa scudo al dorso della mano, lasciando scoperto il palmo. To Amazzonia allegorizza quanto accaduto nell’omonima terra dal 2018 al 2021: incendi di natura dolosa, ostensione crudele dell’ignoranza umana. L’uomo non sa perché non può migliorare l’ambiente. Può e sa perfettamente come non abusarne, ma sceglie comfort e vizi, come idoli di felicità. Ciò che brucia non è infatti ciò che l’uomo preserva, né ciò che l’uomo trascura. Anzi, tutto ciò che viene scartato dall’uomo è il rovesciamento stesso del suo atto di cura. Ciò che l’uomo riesce a scartare è in realtà la sua unica risorsa. Ciò che l’uomo riesce a rifiutare, a non assumere come bisognoso di sé, è ciò che autenticamente conserva la sua libertà.

to the sea

Come umor acqueo che sentenzia le avvisaglie di un glaucoma, ladro silenzioso della vista, così le risorse mal riciclate ci ricordano la nostra ipertensione nei confronti dell’elemento cardine per l’esistente: l’acqua. I rifiuti non esistono. Ad essere inquinato è il nostro linguaggio. Se qualcosa è un rifiuto perché devo dargli importanza, perché devo prendermene cura? I rifiuti non esistono. 

To the sea dialettizza la situazione attuale del mare, con isole di plastica galleggianti e interi ecosistemi inquinati dal petrolio. L’opera non è una vera metamorfosi ma rimane appunto un segno di contraddizione. Il rifiuto che orbita attorno alla mano dell’uomo resta lì per essere amato. Come in un dramma euripideo l’insicurezza e l’oggetto del male si trasformano in slancio vitale verso il corretto utilizzo. La metafora non c’è, non ci sarà, ne potrà mai esserci. I rifiuti non esistono.

to antartica

Se Satana regge l’inferno punendo i cattivi, allora è dei buoni? Se il ghiaccio si scioglie per darci un avviso forse ci sentiamo troppo importanti? Un orologio rotto segna l’ora esatta almeno due volte al giorno?

  • Dall’Alaska alle Alpi, dal Canada all’Himalaya, le grandi riserve di ghiaccio si stanno sciogliendo e rilasciano una grande quantità di acqua che innalza il livello dei mari.
  • Lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia raddoppierà entro la fine del secolo. Se tutta la calotta polare presente dovesse sciogliersi, il livello dei mari salirebbe di quasi 6 metri.
  • Oggi l’Artico si sta riscaldando due volte più velocemente di qualsiasi altra parte della terra e il ghiaccio marino sta diminuendo di oltre il 10% ogni 10 anni.
  • I microbi patogeni intrappolati nel ghiaccio milioni di anni fa potrebbero portare ad epidemie locali e persino pandemie se rilasciati nell’ambiente.

Non c’è alcun pericolo in vista.

È il nostro sguardo a sottoporci responsabilità trascendentali. Il cambiamento climatico non è per l’appunto il “cambiare impensato” di qualcosa di stabile. Il cambiamento climatico è la cifra stessa dell’universo e del suo divenire.

Non è l’ambiente ad essere in pericolo, ma la nostra compostezza olimpica, sdraiata, in coppia con la nostra noia borghese. È colpa della nostra mente, per la quale, assolutamente, ogni soffio della fortuna si fà e pretende d’essere verità e natura.

Non avremo forse guadagnato, hosàytos, che nel mondo mutabile e leggero, la costanza è il variar pensiero?

Critica di Francesco Rizzo


La mostra ha presentato un allestimento scenografico e uno schermo sul quale sono stati proiettati i 3 trailer delle opere. A dirigere la sceneggiatura dell’artista Miccichè è stato il giovane regista Renato Rosati, l’evento è invece a cura dell’associazione culturale Hosàytos e del Comune di Santa Elisabetta.

Giuseppe Micciché e Francesco Rizzo nella sede di Hosàytos

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